A differenza dei libri di storia, la cui analisi degli eventi trascura le singole cause ed effetti, questo Diario 1939-1945 è un tuffo nell’intima coscienza e sensibilità di un grande intellettuale del secolo scorso alle prese con l’oppressione quotidiana della dittatura fascista, mentre la decomposizione il mondo precipita in una guerra che minaccia di annientare la civiltà alla quale sente visceralmente di appartenere.
Piero Calamandrei, rinomato giurista ma anche scrittore, poeta e pittore, funge qui da osservatore e cronista degli eventi. Testimone privilegiato, accede a fonti vicine al potere registrando i movimenti dell’opinione pubblica attraverso la sua attenzione e vicinanza alla gente comune, e sviluppa il suo pensiero in una cerchia di amici uniti da una risoluta opposizione al fascismo e alla sua cultura liberal-democratica. Nello studio dei mille piccoli fatti del mondo come in quello dei grandi movimenti che lo dilaniano, egli conduce una ricerca disperata di ciò che costituisce la sua unità senza la quale non può esserci ordine né giustizia.
Franco Calamandrei, figlio dell’autore, ha visto in questo Diario un contributo decisivo all'”autobiografia dell’antifascismo”, un’immersione illuminante “in questo chiaroscuro morale fino ad allora lasciato in disparte, nell’interiorità che il disegno delle motivazioni politiche e sociali ha lasciato nell’ombra, e quindi anche nel rapporto di opposizione o di sovrapposizione, di osmosi, tra queste motivazioni, le loro regole e la loro validità, il loro cammino, legato ad una battaglia collettiva, e il sentimento individuale, le vicissitudini private dell’anima, la quotidianità alti e bassi del cuore. »
Ciò che questo Rivista racconta della travagliata esperienza del fascismo e della guerra non riguarda solo un’esperienza italiana ma una parte determinante della storia europea: il modo in cui la libertà e la democrazia furono riconquistate rifiutando progressivamente l’acquiescenza e il compromesso e manifestando le silenziose opposizioni che furono capace di resistere e sopravvivere agli anni del “consenso” alla dittatura.
Lezione di stile, in tutti i sensi: quello della vita, del ritmo della vita e della riflessione che essa suscita, e quello della scrittura, dove viene restituito giorno dopo giorno, attraverso l’eleganza della piuma, ciò che allora si presentava come le rovine di un’amata civiltà.
Piero Calamandrei (1889-1956) è una delle grandi figure dell’Italia contemporanea: giurista, scrittore, politico, principale estensore della Costituzione ancora in vigore, e anche pittore di qualità; la sua carriera, la sua rettitudine, le sue esigenze hanno un valore esemplare. Ma esemplare anche il modo in cui queste qualità hanno preso forma. L’impegno morale dell’autore, il suo impegno politico nel senso più nobile, cioè quello del servizio che dobbiamo all’idea più alta e condivisibile che abbiamo di Paese, hanno saputo tradursi in forme di grande varietà che dispiega tutti gli aspetti di una convinzione profonda: diritto, discorso politico, letteratura, scritti intimi, lettere, insegnamento. Dal 2009, Éditions Conference si impegna a rendere giustizia a questa grande opera; furono pubblicati sette titoli.
Tradotto dall’italiano da Arnaud Clément.
Lavoro pubblicato con il sostegno della Regione Île-de-France, della Fondazione Michalski, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, della Fondazione Centro di iniziativa giuridica Piero Calamandrei.